Il live action de La Sirenetta è quel contenuto della Disney che per certi versi necessitavamo ma che per altri forse la ricerca di un politically correct troppo estremo ha un po’ rovinato.
Boccata di ossigeno per certi versi
È stato davvero una boccata di ossigeno vedere nel ruolo di Ariel un’attrice come Halle Bailey. E non solo per le sue capacità vocali e recitative ma anche per il fatto che finalmente si è abbandonato lo stereotipo bianco caucasico per ogni personaggio.
Lungi da noi tutte le polemiche di “ma ne La Sirenetta Ariel è bianca”. Con tutto il rispetto parliamo di una sirena che è un personaggio inventato e che può avere la pelle di qualsiasi tonalità. Affrontiamo subito questo discorso perché è stata una delle cose che più sembrano aver creato scompiglio.
In un momento in cui non sono non c’è bisogno di polemizzare in tal senso, data la deriva sociale che si sta vivendo. Ma soprattutto perché la bellezza dei visi dei bambini che finalmente si sentono rappresentati già solo con la visione del trailer è uno spettacolo bellissimo.
Quel che ci sentiamo di condannare un pizzico, anzi abbastanza, è la ricerca di un politically correct stupido su una canzone come “Baciala” presente nel cartone animato. La quale non è offensiva nemmeno se confrontata con i giusti dettami del me too e del rispetto femminile. Dove il principe Eric calpesterebbe un eventuale consenso di Ariel?
Questa è una domanda che dobbiamo farci. È giusto contestualizzare ovviamente alcuni vecchi cartoni animati in base ai pensieri del tempo, ora superati. Ma è anche assurdo fare una caccia alle streghe tentando di rendere più corretto qualcosa e nel tentativo renderlo più scorretto.
La Sirenetta e il confronto con il cartone
Per quanto riguarda il live action de La Sirenetta è fatto molto bene e gestito in modo adeguato. I personaggi hanno più spessore e lo stesso Eric si prende il giusto spazio come accaduto finora nelle rappresentazioni teatrali di tutto il mondo.
Gli attori sono molto preparati, la colonna sonora non delude. Sia che si voglia prendere in considerazione ovviamente quella originale sia se pensiamo a chi si occupa di cantare in questa nostra tradotta. Ma non si può non riconoscere che il cartone animato rappresenta comunque un metro di paragone.
E di certo nonostante qualche differenza nel posizionamento delle canzoni, qualche piccola modifica e generale il risultato è più che valido. Rimane però il fatto che alla visione, il raffronto con il capolavoro del 1989 è diretto, almeno per le vecchie generazioni o per gli appassionati di cartoni Disney.
È comunque La Sirenetta un live action da guardare? Sì, senza dubbio.