Robert Pattinson sarà presto sul set di Cosmopolis, il nuovo film di David Cronenberg. Nemmeno il tempo di riprendersi dal giro promozionale di Come l’acqua per il cioccolato, che per l’attore britannico parte una nuova sfida con se stesso e con tutte le critiche che lo colpiscono da quando è diventato l’Edward Cullen di Twilight.
Da sempre sottovalutato, e lo ripeto, Rob sembra non prendersela per le critiche che gli piovono per le pellicole non appartenenti alla saga e risponde a tono ai suoi detrattori.Parlando con Ok Magazine spiega:
Quando hai davvero successo paghi un certo prezzo. Proprio perché ho avuto tantissimo successo con Twilight, dovrò probabilmente provare per i prossimi 10 anni che io sono molto di più di Edward Cullen.
Talvolta viene da chiedersi se per togliersi la patina di un personaggio tanto scomodo come quello del vampiro buono non vi sia bisogno di una scelta radicale come quella presa da Daniel Radcliffe con Broadway ed il teatro. Il successo sì, è una cosa buona, ma anch’esso ha i suoi lati negativi. E Robert tenta di spiegarlo attraverso un aneddoto.
L’altra sera a cena mi hanno detto che sarei stato seduto vicino a un tavolo con 18 persone e il mio primo pensiero è stato “Fantastico, probabilmente un’orda di adolescenti. Ma in realtà erano 18 ragazzini asiatici che neanche sapevano chi fossi. Era da tempo che non mi capitava di passare una cena in maniera così rilassata.